Pagelle Giro del Delfinato 2024: Roglič vince e soffre, Jorgenson convince, Gee sorprende, Ciccone c’è – Evenepoel ha da lavorare, sfortuna Ayuso, ombra Kuss

Primož Roglič (Bora-hansgrohe), 10:  Porta a casa il secondo Giro del Delfinato della sua carriera, trascorrendo una settimana in cui gli capita tutto e il contrario di tutto. Secondo nella seconda tappa, porta a termine una cronometro più che buona, anche se non favolosa. La caduta di metà gara agita nuovi fantasmi, ma lo sloveno si riprende e firma due vittorie alla sua maniera, costruendo un bel gruzzolo di secondi da gestire nell’ultima tappa, in Maglia Gialla. Sull’ultima salita, poi, soffre, cede e rischia: alla fine, però, se la cava, con esperienza e sangue freddo. È il primo grande successo lontano da casa “Jumbo”.

Matteo Jorgenson (Visma|Lease a Bike), 9,5: La sua squadra continua a essere scossa da venti di sfortuna, lui rimane saldo in piedi e continua una crescita che lo vede ormai fra i migliori assoluti del lotto. Dopo la vittoria della Parigi-Nizza, sfodera un’altra settimana di gran qualità, andando vicinissimo al colpaccio sull’ultima salita, a dimostrazione di una costanza e di una solidità non comuni. Alla fine, per coronare la prestigiosa doppietta di corse a tappe francesi, gli mancano solo 8 secondi (pesa il ritardo accusato nella cronometro individuale, comunque più che buona per lui) ma il piatto composto è sicuramente soddisfacente. A questo punto, c’è curiosità per vedere come verrà gestito al Tour de France.

Derek Gee (Israel-Premier Tech), 9: Rivelatosi al Giro d’Italia 2023, peraltro senza riuscire a vincere una tappa, come attaccante a lunga gittata, il canadese, che finora nel 2024 si era visto pochissimo, porta a termine una nuova evoluzione, scoprendosi uomo di classifica al cospetto di alcuni dei più grandi specialisti del settore della scena attuale. Chiude con un podio a dir poco luminoso, nobilitato da un successo di tappa e da una serie di prestazioni di altissimo profilo.

Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers), 9: Nelle parole pre e post gara aveva parlato di cose che “andavano secondo i piani”. In effetti, se il piano primario è quello del Tour de France, il giovane spagnolo è andato in un costante crescendo che fa davvero ben sperare lui e la squadra. Inoltre, lascia il suo sigillo sull’ultima tappa, coronando il lavoro dei compagni e dando, una volta di più, prova di grande qualità di fondo e resistenza.

Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 8: Voleva vedere a che punto era e il punto pare parecchio in alto. Su sette tappe effettivamente disputate, l’abruzzese finisce cinque volte fra i primi 10, con un secondo e un terzo e un un bell’attacco messo in atto lungo l’ultima, molto combattuta, tappa. Ci sarà da capire quale potrà essere il suo teatro di scena al Tour, ma i problemi fisici dell’inverno sembrano essere decisamente alle spalle.

Mads Pedersen (Lidl-Trek), 7,5: È uno degli unici due corridori non “di classifica” a finire nella serie dei vincitori di giornata. Non fallisce il ghiotto appuntamento con la vittoria della prima tappa, mentre è costretto a rinunciare – causa caduta collettiva e neutralizzazione – a quello della quinta, che pareva ampiamente alla sua portata. Si spende in qualche occasione per i compagni, prova più di qualche attacco, il tutto con l’idea di affinare la condizione in vista del Tour de France. Se l’obiettivo primario era quello, la missione pare più che compiuta.

Magnus Cort Nielsen (Uno-X Mobility), 7,5: La vittoria della seconda frazione è per certi versi storica, dato che segna la prima volta della sua squadra, Professional, sul gradino più alto del podio di una gara WorldTour. Ci mette grande impegno nel tentativo di tenere una Maglia Gialla altrettanto storica per almeno un giorno (cosa che però non gli riesce) e prova a battagliare quando la strada glielo consente. Rimane una garanzia.

Laurens de Plus (Ineos Grenadiers), 7,5:  Si conferma corridore dal valore inestimabile per la squadra britannica: fa una crono più che discreta, tiene sempre botta e risulta fondamentale nel successo parziale del compagno Rodríguez. E, per non farsi mancare nulla, chiude al quinto posto della generale, ottenendo uno dei migliori risultati della carriera, in valore assoluto.

Oier Lazkano (Movistar), 7,5: Altro corridore che va ben oltre le aspettative, trovandosi per larghi tratti della gara spalla a spalla con i migliori della classifica generale, quando la strada sale. Alla fine, chiude nella prima pagina della graduatoria finale, ottenendo un risultato di qualità e anche punti UCI che fanno molto felice la sua squadra.

Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 7,5: Fuga i dubbi che gli gravitavano intorno, in quanto alle sue potenziali caratteristiche di uomo di supporto, e si spende con grande profitto per capitan Primož Roglič. Nell’ultima tappa sembra pagare un po’ il conto alla stanchezza, ma riesce comunque a rendersi utile e a portare a casa anche un discreto piazzamento finale.

Lukas Nerurkar (Ef Education-EasyPost), 7: Alla prima corsa a tappe WorldTour della carriera, il britannico fa vedere lampi fulgidissimi, ottenendo un terzo e un settimo posto in arrivi decisamente selezionati. Gli tocca poi lasciare la corsa per un’infezione respiratoria, vedendosi preclusa la possibilità di combattere con i migliori anche nelle tappe conclusive.

Bruno Armirail (Decathlon-Ag2R La Mondiale), 7:  Va a centimetri da una vittoria di tappa che sarebbe stata davvero molto prestigiosa. Per il resto, si conferma corridore solito su tutti i terreni, portando a termine una buonissima cronometro e rimanendo spesso nella zona delle operazioni.

Jai Hindley (Bora-hansgrohe), 6,5: Fa quello che la squadra gli chiede, riponendo le ambizioni personali nel cassetto e spendendosi per il compagno in Maglia Gialla. La cosa potrà, con molte probabilità, ripetersi al prossimo Tour, ma resterà da vedere con quali risultati.

Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), 6,5: Nella cronometro individuale dà una gran dimostrazione di classe e qualità, tenendosi dietro anche l’arrembante Joshua Tarling (voto 7) e rifilando distacchi pesanti a tutti gli altri uomini di classifica. In salita, però, paga praticamente sempre dazio: la condizione è ancora da mettere a posto, dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi, e in vista del Tour de France. Lui dice che si aspettava questa situazione, ora ci sarà da vedere se il tempo che manca al Grand Départ sarà sufficiente per rivederlo tirato a lucido.

Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan), 6,5: Quasi a sorpresa in gara dopo le fatiche del Giro d’Italia, si toglie lo sfizio di andare in fuga nelle ultime due giornate, zeppe di salite. Così facendo, porta a casa la Maglia a Pois, trofeo che fa bene al morale, anche se i risultati, sia di giornata che nella generale, non sono memorabili.

Sam Bennett (Decathlon-Ag2R La Mondiale), 6,5: Ha in pratica un solo traguardo su cui giocare le sue carte e finisce secondo, preceduto solo da un campione del calibro di Pedersen. Molto determinato, porta a termine una corsa che, soprattutto negli ultimi giorni, fa pochissimo per lui, mettendo nel serbatoio ritmo gara che gli verrà buono al Tour.

Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), 6: Prestazioni e risultati vanno in crescendo, anche se questa volta il colombiano non riesce a spiccare, né in chiave vittoria di tappa né per quel che riguarda la generale. Da vedere se è stata una scelta consapevole, per non sprecare energie in vista del Tour, o se il suo livello attuale è quello.

Mikel Landa (Soudal-QuickStep), 6: Prende ulteriore confidenza con il ruolo di scudiero di Evenepoel, rimanendo quasi sempre lui e non curando granché la classifica, che alla fine lo vede comunque chiudere al decimo posto. Meccanismi e condizioni da affinare, sia sul piano individuale che per quel che riguarda la chimica di squadra.

Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 5,5:  Sì, è la sfortunata maxi-caduta (nel suo caso doppia) a metterlo fuori gioco. Ma nella cronometro non aveva ripetuto le ottime cose fatte vedere nel recente passato e anche nelle due frazioni precedenti era parso meno brillante di quanto prevedibile, anche in ottica Tour de France.

Sepp Kuss (Visma|Lease a Bike), 5,5: Mezzo punto in più perché pare abbia avuto problemi fisici fin dai primi giorni. Però, lo statunitense sembra molto lontano dal corridore che in salita ha incantato nelle passate stagioni. La sua è una carta che è diventata pesante nel mazzo della squadra giallonera: la speranza è che questo peso non finisca per condizionarlo.

Chris Froome (Israel-Premier Tech), 5,5: La squadra gli dà un’opportunità non da poco per provare a mettersi in mostra, ma, una volta di più, non arrivano segnali particolarmente confortanti. Ci sarà da capire se gli verrà data anche la possibilità di tornare al Tour de France, a dispetto del rendimento.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 5: L’impressione è che, fra cadute, scelte strategiche e delusioni varie, si sia un po’ perso, almeno per quel che riguarda gli obiettivi da uomo di classifica. Proverà, con ogni probabilità a rifarsi all’ormai imminente Tour de France.

Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), sv: La sua presenza fra i partenti, dopo un Giro d’Italia fatto a tutta, aveva destato quasi sorpresa. Dopo poche centinaia di chilometri, ci si rende conto che il fisico ha bisogno di riposo e il laziale saluta la corsa.

Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek), sv: Qualche buon segnale, soprattutto in chiave ritorno ad alti livello, e poi i postumi della maxi-caduta che lo costringono a un ritiro più che altro precauzionale, in vista degli impegni futuri.

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